lunedì 29 agosto 2016
Nello spazio a caccia di segnali spia dei terremoti
Nel 2017, con una missione di Italia e Cina
Italia e Cina insieme nello spazio in una missione destinata a cercare eventuali segnali che possano aiutare a dare l'allerta per l'arrivo di un terremoto. Il satellite si chiama Cses (China Seismo-Electromagnetic Satellite) e l'Italia vi partecipa con il progetto Limadou. La missione, i cui sviluppi piu' recenti sono stati presentati a Pechino, e' allo studio da dieci anni ed e' ormai al nastro di partenza: il primo lancio e' previsto nell'estate 2017 e quello di un secondo satellite fra il 2019 e il 2020.
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mercoledì 24 agosto 2016
Gli 'occhi' satelliti sull'area colpita dal terremoto
Per ricostruire i movimenti della crosta terrestre
Gli 'occhi' dei satelliti sono puntati sull'intera area colpita dal
terremoto che ha sconvolto una vasta zona di Lazio, Marche e Umbria.
"Per l'emergenza di questo evento sismico stiamo utilizzando i dati dei
satelliti della costellazione italiana Cosmo SkyMed", ha detto il
geologo Stefano Salvi, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (Ingv). I satelliti radar Cosmo SkyMed sono stati lanciati
dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) a partire dal 2007 e sono in grado
di rilevare immagini e dati anche di notte e in qualsiasi condizione
atmosferica. "Questi satelliti sono adatti a misurare i movimenti veloci
della crosta terrestre, per quelli lenti utilizziamo invece dati e
immagini del satellite europeo Sentinel 1".
Quest'ultimo fa
parte del programma di osservazione della Terra Copernicus, dell'Agenzia
Spaziale Europea (Esa), che ha esordito nel 2014 e che prevede una
costellazione di 'sentinelle' specializzate per tenere d'occhio aspetti
diversi del pianeta. Anche Sentinel 1 ha una vista radar, capace di
vedere al buio e attraverso le nubi. "Questo satellite è particolarmente
adatto a misurare i movimenti lenti della crosta terrestre", ha
spiegato il geologo.
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Vita sulla Terra: è una “nascita prematura”?
L’epoca nella quale l’emergenza della vita così come la conosciamo ha
maggiori chance, stima uno studio di Harvard guidato da Avi Loeb,
dovrebbe essere ampiamente spostata nel futuro. Il fatto che sul nostro
pianeta sia comparsa così presto rappresenterebbe un’eccezione
Ancora la vita altrove. Ancora uno studio di quelli che più speculativi non si potrebbe.Ancora un paper firmato da Avi Loeb, l’eclettico e prolifico astrofisico del leggendario Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Che torna a porsi, e proporci, una riflessione sì teorica ma – come sempre nel suo caso – condotta in modo rigoroso e con un obiettivo al tempo affascinante e concreto: aiutarci a individuare i bersagli più promettenti per la ricerca di forme di vita extraterrestre.
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Ancora la vita altrove. Ancora uno studio di quelli che più speculativi non si potrebbe.Ancora un paper firmato da Avi Loeb, l’eclettico e prolifico astrofisico del leggendario Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Che torna a porsi, e proporci, una riflessione sì teorica ma – come sempre nel suo caso – condotta in modo rigoroso e con un obiettivo al tempo affascinante e concreto: aiutarci a individuare i bersagli più promettenti per la ricerca di forme di vita extraterrestre.
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mercoledì 17 agosto 2016
I buchi neri sono meno neri del previsto
Ricostruiti in laboratorio, provano la teoria di Stephen Hawking
I buchi neri potrebbero non essere poi così neri: lo dimostra
l'esperimento nel quale sono stati ottenuti buchi neri artificiali in
laboratorio utilizzando onde acustiche, realizzato da Jeff Steinhauer,
dell'Istituto israeliano di Tecnologia di Haifa e pubblicato sulla
rivista Nature Physics. I risultati hanno dimostrato che, proprio come
aveva previsto Hawking, i buchi neri emettono una forma di radiazione.
Per definizione i buchi neri sono oggetti cosmici con una forza di
gravità talmente grande che nulla può sfuggire, dei pozzi 'eterni' e
senza fondo in cui tutto scompare. Ma secondo una teoria elaborata più
di 40 anni fa da Hawking i buchi neri non sarebbero 'immortali', in
quanto perderebbero piccole quantità di energia sotto forma di
radiazioni, tanto da 'evaporare' in miliardi di anni.
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martedì 2 agosto 2016
Il magico cielo di agosto: quando e dove ammirare le stelle cadenti
Agosto, il mese più romantico dell’anno per gli appassionati del cielo, è iniziato. Terminato luglio con le Alfa Capricornidi, lo sciame proseguirà il suo massimo nella notte tra l’1 e il 2 del mese, mentre la notte tra il 3 e il 4 arriveranno le Alfa Arietidi. Ecco come osservare i primi spettacoli del mese.
Le prime stelle cadenti ad andare in scena saranno le Alfa Capricornidi,
che si originano idealmente dalla stella Algedi (detta anche alfa
Capricorni, da cui lo sciame prende il nome), nella costellazione del
Capricorno.
Occhi al cielo, dunque, la sera dell’1. Lo sciame sarà visibile tutta la notte e, come osserva l’UAI, offre un’ottima opportunità per le applicazioni video fotografiche, visto che queste meteore sono apparentemente lente e per lo più brillanti, con una caratteristica esplosione finale.
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lunedì 1 agosto 2016
Ultimi 'fuochi d'artificio' del Sole, arriva una tempesta magnetica
Sciame di particelle verso la Terra, potrebbe colpire il 2 agosto
Ultimi 'fuochi d'artificio' del Sole, che si è improvvisamente risvegliato prima di entrare nel periodo di quiete che ogni 11 anni si alterna a quello più attivo. Una nube di particelle espulsa dalla nostra stella è diretta verso la Terra e domani potrebbe causare una tempesta magnetica capace di mandare in tilt le comunicazioni radio. Lo prevede l'agenzia statunitense per l'atmosfera e gli oceani (Noaa), che stima una probabilità del 65% che il 2 agosto si verifichi una tempesta geomagnetica.
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