Taurus, il razzo rompi-satelliti

ROBERTO GIOVANNINI
Avevamo parlato di Orbital Sciences e di Taurus qui. Bisogna però dire che da un po' di mesi a questa parte non è che le cose per questa ambiziosa compagnia privata vadano proprio a gonfie vele. Ultima brutta notizia, l'essere stati tagliati fuori dal secondo round di finanziamenti del programma NASA CCDev2 per lo sviluppo di razzi e capsule per il trasporto di astronauti in orbita bassa. Ma anche nei mesi scorsi le cose erano andate decisamente male. Prima – ne avevamo parlato qui – il fallimento nel lancio del 2009 del satellite di ricerca ambientale OCO, dovuto alla non apertura del fairing, la struttura esterna in cima al razzo Taurus-XL che protegge il satellite per la prima fase del lancio durante l'attraversamento degli strati più densi dell'atmosfera, che però a un certo punto deve aprirsi e cadere. C'era la speranza di rifarsi lo scorso 5 marzo con il lancio di un altro satellite di ricerca ambientale della NASA, il Glory; ma per ragioni per adesso sconosciuto si è riprodotto lo stesso, imbarazzante e catastrofico, incidente. Non si è aperto il fairing, che pure era stato ridisegnato per ovviare al problema di OCO, che doveva studiare la distribuzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera. E così il vettore partito dalla base californiana di Vandenberg, appesantito dalla presenza dell'ogiva protettiva, non ha raggiunto la velocità orbitale. Dopo qualche secondo, il complesso è rientrato nell'atmosfera sopra l'Oceano Pacifico distruggendosi e annientando Glory, che avrebbe dovuto seguire l'evoluzione degli aerosol e dell'inquinamento da nanopolveri nell'atmosfera terrestre e che costava la bella cifra di 424 milioni di dollari. ... Continua qui       

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