Nuova tecnologia alla prova per atterrare sul pianeta rosso: con l'evolversi dei progetti per l'esplorazione spaziale, i sistemi di atterraggio utilizzati finora non sono sufficienti. Ecco il test di atterraggio del Low-Density Supersonic Decelerator.
HONOLULU - Lo sbarco dell'uomo su Marte non è vicino, ma la Nasa inizia a prepararsi. Perché, con progetti sempre più complessi di esplorazione, che in futuro potrebbero riguardare anche l'invio di astronauti, gli equipaggiamenti da mandare sul pianeta rosso saranno sempre più grandi. E i sistemi di atterraggio utilizzati finora non saranno più sufficienti. Nasce così il progetto Ldsd, acronimo di Low-Density Supersonic Decelerator, ovvero Deceleratore supersonico a bassa densità. Ma gli amici lo conoscono come "disco volante", vista la forma appiattita, quasi acciambellata. E oggi Ldsd ha vissuto il suo primo test, nella stratosfera e nella mesosfera. Un'operazione costata 150 milioni di dollari.
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