Catania. Houston. Spazio. E ora ambasciatore italiano in Europa
di SIMONETTA FIORIROMA - Il primo italiano che ha sfidato la voragine buia dell'universo e la perfezione muta del nulla. Il Cristoforo Colombo del nuovo millennio ha il volto di Luca Parmitano, trentasette anni, siciliano. È un maggiore dell'aeronautica e lavora per l'European Space Agency. Ora è stato chiamato da Renzi per fare da ambasciatore del semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea. Il fisico scolpito ne restituisce l'atleta, l'indole disciplinata del militare, mentre negli occhi balena l'estro imprevedibile di chi viaggia anche con la mente a distanze siderali. I suoi predecessori sono sempre rimasti dentro la navicella, lui no, è andato oltre, mettendo piede nello Spazio. Per centosessantasei giorni - dal 28 maggio all'11 novembre dello scorso anno - è rimasto in orbita, ospite della Stazione Spaziale Internazionale. Per due volte ha aperto il portellone della camera di compensazione e si è incamminato nel vuoto. Un'avventura che ora ha la consistenza del sogno e il timbro della malinconia. Perché chi ha viaggiato oltre la storia e la geografia fa fatica a tornare sulla Terra. "Ho superato un limite che è proprio dell'immaginazione. Una nuova prospettiva per cui non è stato ancora inventato il linguaggio".
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