Che succede in cielo lunedì 9 maggio?
Lunedì alle ore 13, 12 minuti e 18 secondi sul bordo del Sole comparirà una intaccatura. Minuscola e nerissima. In tre minuti diventerà un dischetto, penetrerà nel disco solare e in sette ore lo attraverserà uscendone dal lato opposto poco prima del tramonto. Quel “neo” è Mercurio, il pianeta più piccolo e più vicino al Sole. Il fenomeno astronomico del 9 maggio si chiama “transito” ed è piuttosto raro. Mercurio passa davanti al Sole 13-14 volte in un secolo. Ma in Italia per avere un’altra occasione cosi favorevole bisognerà aspettare cinquant’anni.
Perché Einstein ha un debito con Mercurio
Cento anni fa, l’11 maggio 1916 Einstein pubblicava la Relatività generale. Una anomalia dell’orbita di Mercurio fu la prima prova sperimentale a favore di questa teoria che avrebbe rivoluzionato la nostra visione dell’universo, dello spazio e del tempo. La Legge di Newton non riusciva a spiegare uno slittamento dell’asse dell’orbita di Mercurio di 43 secondi d’arco al secolo che era stato messo in evidenza nell’Ottocento anche osservandone i transiti davanti al Sole. La differenza era piccola ma metteva in crisi tutta la fisica classica newtoniana. La teoria di Einstein secondo cui le masse curvano lo spazio circostante giustificò perfettamente l’anomalia. Mercurio fu il primo a dire di sì ad Einstein. Vennero poi decine di altre prove sperimentali, fino all’osservazione diretta delle onde gravitazionali annunciata l’11 febbraio di quest’anno.
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Tutti i dettagli dell’evento più atteso del 2016. Il transito di Mercurio sul Sole!
Lunedì alle ore 13, 12 minuti e 18 secondi sul bordo del Sole comparirà una intaccatura. Minuscola e nerissima. In tre minuti diventerà un dischetto, penetrerà nel disco solare e in sette ore lo attraverserà uscendone dal lato opposto poco prima del tramonto. Quel “neo” è Mercurio, il pianeta più piccolo e più vicino al Sole. Il fenomeno astronomico del 9 maggio si chiama “transito” ed è piuttosto raro. Mercurio passa davanti al Sole 13-14 volte in un secolo. Ma in Italia per avere un’altra occasione cosi favorevole bisognerà aspettare cinquant’anni.
Perché Einstein ha un debito con Mercurio
Cento anni fa, l’11 maggio 1916 Einstein pubblicava la Relatività generale. Una anomalia dell’orbita di Mercurio fu la prima prova sperimentale a favore di questa teoria che avrebbe rivoluzionato la nostra visione dell’universo, dello spazio e del tempo. La Legge di Newton non riusciva a spiegare uno slittamento dell’asse dell’orbita di Mercurio di 43 secondi d’arco al secolo che era stato messo in evidenza nell’Ottocento anche osservandone i transiti davanti al Sole. La differenza era piccola ma metteva in crisi tutta la fisica classica newtoniana. La teoria di Einstein secondo cui le masse curvano lo spazio circostante giustificò perfettamente l’anomalia. Mercurio fu il primo a dire di sì ad Einstein. Vennero poi decine di altre prove sperimentali, fino all’osservazione diretta delle onde gravitazionali annunciata l’11 febbraio di quest’anno.
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