Gaia, cacciatrice di stelle, ci ricorda quanto è bello il cielo

Oggi, quel giorno” è la rubrica che la scrittrice Ester Armanino tiene ogni giovedì sul Secolo XIX. L’ispirazione viene dal Throwback Thursday, una tendenza popolare sui social media, che vede gli utenti pubblicare ogni giovedì le foto dei loro momenti felici del passato.

19 dicembre 2013 Nel frattempo Gaia sta catalogando miliardi di stelle. È quello che penso quando, troppo presa a guardare dove metto i piedi, mi accorgo di aver dimenticato il cielo. Penso al satellite Gaia che con la sua ampia gonna di specchi realizzata dai sarti dell’Agenzia Spaziale Europea sta danzando a un milione e mezzo di chilometri da qui, puntando il suo telescopio estremamente sensibile verso quei corpi che prima ci erano sconosciuti, come stelle in stadi terminali, comete, asteroidi e pianeti fuori dal nostro sistema solare.

Il diciannove dicembre di sei anni fa, alle 6 e 12 del mattino, Gaia è stata lanciata dalla Guiana Francese tramite il razzo Sojuz che le ha dato un passaggio. Arrivata a una distanza quattro volte maggiore di quella della Luna, si è aperta sbocciando come un dente di leone, con qualche difficoltà si è sistemata in orbita e poi ha cominciato a svolgere il suo eccezionale compito di ricreare una mappa tridimensionale della Via Lattea.


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