Il sito Spaceweather ha appena pubblicato un approfondimento della notizia relativa a uno studio sulla variabilità magnetica delle macchie solari, le quali, secondo due astrofisici del National Solar Observatory di Tucson, stanno perdendo visibilmente intensità. Il sito è andato a chiedere direttamente il parere dei due studiosi, che ammettono che a fronte di una simile perdita di intensità non è del tutto da escludere l'ipotesi che le macchie solari, che sono appunto legate all'intensità dei campi magnetici, spariscano quasi completamente. Ci sono insomma condizioni solari compatibili con il celebre minimo di Maunder, che iniziò nel 1645 e si prolungò per oltre 70 anni. Altri esperti ritengono che il sole si è semplicemente addormentato un po', che entro un anno tutto ripartirà.
Un paio di giorni prima il sito aveva pubblicato un altro articolo che fa riflettere sulle possibile conseguenze di questo profondo minimo solare sul sistema geomagnetico. Il 2 settembre 1859 durante un massimo a bassa intensità come quello che si prevede nei prossimi 3 o 4 anni, fu registrata a terra una tempesta geomagnetica di proporzioni colossali, con l'aurora boreale visibile addirittura a Cuba. Il giorno prima l'astronomo dilettante Richard Carrington aveva avvistato e descritto un potentissimo brillamento sulla superficie del sole, in corrispondenza di un esteso gruppo di macchie. A terra, i fili dei telegrafi si caricarono al punto da provocare scintille, danneggiando gli apparecchi riceventi e addirittura infiammando le strisce di carta degli inchiostratori. La morale? Che anche un minimo solare o un ciclo a bassa intensità possono fare da sfondo a tempeste geomagnetiche di grandi proporzioni. Anche dal punto di vista propagative, la mia esperienza di cicli solari e correlazioni con la ricezione di segnali lontani mi induce a credere che non si debba temere un blackout delle onde corte o delle aperture in E sporadico in FM. In questo fine settimana sentivo cose molto interessanti, incluso il servizio per le forze armate americane ripetuto dalla base nel Pacifico alle isole Hawaii, e molti segnali interessanti nelle bande alte radioamatoriali. La stagione dell'E sporadico non è stata eccezionale, ma sembra ormai chiaro che il fenomeno non è fortemente correlato all'andamento del ciclo.
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Un paio di giorni prima il sito aveva pubblicato un altro articolo che fa riflettere sulle possibile conseguenze di questo profondo minimo solare sul sistema geomagnetico. Il 2 settembre 1859 durante un massimo a bassa intensità come quello che si prevede nei prossimi 3 o 4 anni, fu registrata a terra una tempesta geomagnetica di proporzioni colossali, con l'aurora boreale visibile addirittura a Cuba. Il giorno prima l'astronomo dilettante Richard Carrington aveva avvistato e descritto un potentissimo brillamento sulla superficie del sole, in corrispondenza di un esteso gruppo di macchie. A terra, i fili dei telegrafi si caricarono al punto da provocare scintille, danneggiando gli apparecchi riceventi e addirittura infiammando le strisce di carta degli inchiostratori. La morale? Che anche un minimo solare o un ciclo a bassa intensità possono fare da sfondo a tempeste geomagnetiche di grandi proporzioni. Anche dal punto di vista propagative, la mia esperienza di cicli solari e correlazioni con la ricezione di segnali lontani mi induce a credere che non si debba temere un blackout delle onde corte o delle aperture in E sporadico in FM. In questo fine settimana sentivo cose molto interessanti, incluso il servizio per le forze armate americane ripetuto dalla base nel Pacifico alle isole Hawaii, e molti segnali interessanti nelle bande alte radioamatoriali. La stagione dell'E sporadico non è stata eccezionale, ma sembra ormai chiaro che il fenomeno non è fortemente correlato all'andamento del ciclo.
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