La soglia minima di gravità oltre la quale un uomo rischia di perdere le
proprie capacità di orientamento nello spazio è molto vicino alle
condizioni che si trovano sulla Luna: su Marte è più semplice, con una
gravità del 38% rispetto a quella terrestre
Un passo dopo l’altro, piano piano, per non scivolare sulla superficie lunare come su una buccia di banana. Mantenere la posizione verticale in un ambiente a bassa gravità non è semplice, e la storia dell’esplorazione del nostro satellite naturale abbonda di esempi di astronauti finiti a gambe all’aria, appena messo piede sulla Luna.
Un nuovo studio, appena pubblicato su PLoS ONE e condotto da un team internazionale di ricercatori, sotto la guida dei docenti della York University Laurence Harris e Michael Jenkin, suggerisce che la ragione di questo equilibrio precario dipenda esclusivamente dalla debole gravità lunare, insufficiente a fornire informazioni chiare al sistema di orientamento degli astronauti.
L’uomo non sarebbe fatto per stare in equilibrio sulla Luna, insomma. “La percezione di orientamento relativo di se stessi nello spazio è molto importante, non solo per mantenere l’equilibrio, ma anche per molti altri aspetti della percezione sensoriale”, spiega Laurence Harris. “Riconoscere un volto, un oggetto, prevedere la curva di caduta di qualcosa nello spazio, tutto dipende dalla nostra corretta percezione della realtà. Un errore può alterare la comprensione dello spazio e minacciare l’equilibrio di una persona che utilizzi punti di riferimento sbagliati per mantenere l’equilibrio”.
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Un passo dopo l’altro, piano piano, per non scivolare sulla superficie lunare come su una buccia di banana. Mantenere la posizione verticale in un ambiente a bassa gravità non è semplice, e la storia dell’esplorazione del nostro satellite naturale abbonda di esempi di astronauti finiti a gambe all’aria, appena messo piede sulla Luna.
Un nuovo studio, appena pubblicato su PLoS ONE e condotto da un team internazionale di ricercatori, sotto la guida dei docenti della York University Laurence Harris e Michael Jenkin, suggerisce che la ragione di questo equilibrio precario dipenda esclusivamente dalla debole gravità lunare, insufficiente a fornire informazioni chiare al sistema di orientamento degli astronauti.
L’uomo non sarebbe fatto per stare in equilibrio sulla Luna, insomma. “La percezione di orientamento relativo di se stessi nello spazio è molto importante, non solo per mantenere l’equilibrio, ma anche per molti altri aspetti della percezione sensoriale”, spiega Laurence Harris. “Riconoscere un volto, un oggetto, prevedere la curva di caduta di qualcosa nello spazio, tutto dipende dalla nostra corretta percezione della realtà. Un errore può alterare la comprensione dello spazio e minacciare l’equilibrio di una persona che utilizzi punti di riferimento sbagliati per mantenere l’equilibrio”.
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