Abbiamo trovato le tracce delle prime stelle di sempre?

Secondo una nuova osservazione, l'Universo iniziò ad accendersi 180 milioni di anni dopo il Big Bang: se confermata, avremmo un punto di partenza certo per studiare tutto il resto

Nel mezzo di un’area desertica nell’Australia Occidentale, c’è un oggetto che ricorda un tavolo da cucina, all’apparenza semplice e rudimentale, ma che forse ha permesso di trovare le tracce delle primissime stelle dell’Universo. Se confermata nei prossimi anni da altre ricerche, la scoperta diventerà una pietra miliare per le teorie su come si formò tutto ciò che ci circonda, dalle stelle ai pianeti passando per noi stessi. I risultati della ricerca resa possibile da quel tavolo nel deserto sono stati pubblicati da poco sulla rivista scientifica Nature, e sono molto discussi tra gli astrofisici e i cosmologi (quelli che studiano l’origine dell’Universo).

Dopo il Big Bang
Prima di arrivare ai risultati del nuovo studio, dobbiamo tornare indietro nel tempo di circa 14 miliardi di anni, nell’era subito dopo il Big Bang, l’evento che secondo il modello teorico più condiviso avviò i processi di formazione dell’Universo. All’epoca non c’era un granché di entusiasmante da vedere: era tutto buio e freddo, pervaso da gas invisibili, per lo più idrogeno ed elio. In milioni di anni, le deboli interazioni gravitazionali portarono alla formazione di grandi ammassi di gas, che divennero via via più densi fino a collassare su loro stessi e ad “accendersi”, invadendo lo spazio circostante con la prima luce di sempre, visibile solo nell’ultravioletto (quindi non ai nostri occhi). Questi fenomeni altro non erano che le prime stelle, in un certo senso l’alba dell’Universo per come lo conosciamo adesso.

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