Per la prima volta è stato registrato nel dettaglio un fenomeno di riconnessione magnetica nella coda del campo magnetico terrestre. L’evento, documentato grazie ai sensibili strumenti equipaggiati sul Magnetospheric Multiscale Mission (MMS), ha generato un’esplosione di particelle che ha proiettato gli elettroni a una velocità di 15mila chilometri al secondo.
Osservata e descritta una spettacolare esplosione magnetica attorno alla Terra, che ha generato una pioggia di elettroni proiettati alla pazzesca velocità di 15mila chilometri al secondo. Il fenomeno, tecnicamente conosciuto col nome di riconnessione magnetica, è molto comune e avviene in qualsiasi sistema astrofisico nel quale sono coinvolti campi magnetici, tuttavia è difficilissimo da intercettare. La prima volta fu individuato il 16 ottobre 2015 – nella sua forma asimmetrica – nei pressi del Sole, mentre il secondo evento, datato 11 luglio 2017 ma dettagliato solo adesso, è avvenuto in quella simmetrica e prossimo alla Terra. Ma di cosa si tratta? E come è stato osservato? Procediamo con ordine.
La Terra è avvolta da un campo magnetico (dotato di una lunga "coda") che funge come una sorta di scudo; ci protegge infatti dalle letali particelle cosmiche e solari. Quando il vento solare sprigionato da brillamenti ed espulsioni di massa coronale raggiungono la Terra, esso perturba il campo magnetico che devia queste particelle. Alcune riescono comunque a penetrare nella ionosfera terrestre, e a causa dell'interazione dei vari atomi vengono prodotti fotoni che sono alla base delle meravigliose aurore polari. Esse rappresentano l'esempio perfetto di riconnessione magnetica, un processo nel quale le linee del campo magnetico si modificano, torcono, riconnettono e arrangiano in una nuova forma (simmetrica o asimmetrica). Durante il processo l'energia magnetica viene convertita in energia termica e cinetica, proiettando gli elettroni a velocità impressionanti.
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Osservata e descritta una spettacolare esplosione magnetica attorno alla Terra, che ha generato una pioggia di elettroni proiettati alla pazzesca velocità di 15mila chilometri al secondo. Il fenomeno, tecnicamente conosciuto col nome di riconnessione magnetica, è molto comune e avviene in qualsiasi sistema astrofisico nel quale sono coinvolti campi magnetici, tuttavia è difficilissimo da intercettare. La prima volta fu individuato il 16 ottobre 2015 – nella sua forma asimmetrica – nei pressi del Sole, mentre il secondo evento, datato 11 luglio 2017 ma dettagliato solo adesso, è avvenuto in quella simmetrica e prossimo alla Terra. Ma di cosa si tratta? E come è stato osservato? Procediamo con ordine.
La Terra è avvolta da un campo magnetico (dotato di una lunga "coda") che funge come una sorta di scudo; ci protegge infatti dalle letali particelle cosmiche e solari. Quando il vento solare sprigionato da brillamenti ed espulsioni di massa coronale raggiungono la Terra, esso perturba il campo magnetico che devia queste particelle. Alcune riescono comunque a penetrare nella ionosfera terrestre, e a causa dell'interazione dei vari atomi vengono prodotti fotoni che sono alla base delle meravigliose aurore polari. Esse rappresentano l'esempio perfetto di riconnessione magnetica, un processo nel quale le linee del campo magnetico si modificano, torcono, riconnettono e arrangiano in una nuova forma (simmetrica o asimmetrica). Durante il processo l'energia magnetica viene convertita in energia termica e cinetica, proiettando gli elettroni a velocità impressionanti.
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