SEMPRE PIÙ VICINI AL NOSTRO BUCO NERO GALATTICO

Studiando il moto di una stella orbitante attorno al buco nero centrale della nostra galassia si pensava di verificare ancora una volta le previsioni della Relatività Generale di Einstein, dato che era previsto un passaggio molto ravvicinato (ne abbiamo parlato QUI). Tutto perfetto, ma un po' di fortuna e la sensibilità estrema della strumentazione ha messo in evidenza anche il disco di accrescimento, proprio ai bordi dell'orizzonte degli eventi. Un risultato prodigioso e -forse- ancora insperato. La velocità riscontrata nella materia è di circa 1/3 di quella della luce. Più vicini di così è difficile andare...
Il cosiddetto strumento GRAVITY si compone di quattro telescopi del VLT dell'ESO uniti assieme in modo da simulare un telescopio di ben 130 metri di diametro. Una sensibilità eccezionale che era necessaria per studiare da vicino e con estrema accuratezza gli effetti della RG su una stella che stava passando vicinissima al buco nero centrale della nostra galassia, con una massa di 4 milioni di volte quella del Sole.
Tutto secondo le previsioni... ma dato che si era così vicini alla posizione del buco nero non si poteva fare a meno di guardare anche la sua posizione teorica. Ed ecco comparire dei lampi infrarossi, in rapidissima rotazione attorno a qualcosa. La spiegazione era una sola: si stavano vedendo le zone più calde del disco di accrescimento quasi al limite dell'orizzonte degli eventi, dovute alle interazioni tra materia rotante e campo magnetico.


Mai si era andati così vicini a un buco nero e mai si era visto in diretta il disco di accrescimento ruotare così vicino al limite del non ritorno. Lo straordinario risultato dovuto un po' al caso e un po' alla fantastica sensibilità di GRAVITY merita di essere gustato a pieno attraverso tre ottimi video dell'ESO.

Continua qui (video)

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